SOVERE – IL RICORDO – Mario Buelli, l’imprenditore 
che si fece padre (e non padrone)

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I dipendenti: “Caro Mario,
seguiremo le tue orme 

senza mai arrenderci”

Con queste ultime parole vogliamo innanzitutto ringraziarti per averci dato la possibilità di trovare un posto meraviglioso, la tua Elettrocablaggi, un luogo pieno di serietà e rispetto nei confronti di tutti noi, i tuoi dipendenti, considerandoci come veri componenti della tua famiglia. Giorno per giorno ci hai trasmesso amore, come per i tuoi figli, e noi lo custodiremo nei nostri cuori insieme ai tuoi insegnamenti. Molti imprenditori dovrebbero prenderti ad esempio, perché sei stato capace di creare due bellissime famiglie: la Famiglia Buelli e l’Elettrocablaggi, e, con il passare degli anni, hai trasmesso anche ai tuoi figli i valori di umanità, rispetto e serietà verso i dipendenti, perché questi valori fanno parte della tua personalità e sono per noi una forza per affrontare le avversità della vita. 

Fondando l’Elettrocablaggi, hai creato un’azienda, oggi all’avanguardia e piena di riconoscimenti, sapendo trasmettere anche ai tuoi figli la tua forza imprenditoriale da vero leader. Ora è una grande ed efficiente azienda, sorretta dal tuo e dal loro amore. Al fianco di un grande uomo, marito, padre e nonno, non poteva mancare una grande Donna: Maricella, una moglie devota che ha saputo spronarti e sostenerti nei momenti difficili.

Caro Mario ti ringraziamo ancora per la generosità nei nostri confronti, ricordiamo con grande affetto quando, durante la festa per il Natale, ti sei trasformato nel nostro Dolce Babbo Natale, per noi e per i nostri figli.

Ecco chi è Mario, un uomo pieno di umiltà e con tanto amore per tutti.

Ora abbiamo il dovere di dare continuità al tuo lavoro.

Arrivederci Caro Mario, proteggici come hai sempre fatto, e donaci la forza di convivere con la tua mancanza. Seguiremo le tue orme, mai arrendersi o, come dicevi tu: “molà mài”, come hai sempre fatto tu nella tua vita.

I tuoi dipendenti   

Mario, la guida condotta 

attraverso l’esempio

Mario, le maniche della camicia rimboccate, il sorriso che ti avvolgeva, lo sguardo di chi sa che puoi contare su di lui, quella genialità innovativa che fa la differenza, che diventa il vento in poppa per superare i mari agitati della vita e del lavoro. Mario Buelli, un’icona per Sovere, per la sua famiglia, per i suoi dipendenti, per l’economia locale, e nemmeno troppo locale. Perché arrivare lì dove è arrivato lui senza altra spinta che il suo cuore e il suo cervello non è da tutti. Scrivere ricordi di chi non c’è più sembra facile, perché è sempre facile parlare bene di chi se ne è andato, ma in questo caso diventa tutto difficile, perché la sua mancanza si sente già ma nello stesso tempo rimane come presenza, indelebile, incancellabile, una strada da seguire, tracciata, dove camminare sicuri perché lui il bandolo della matassa non lo perdeva mai. 

Un imprenditore anomalo, come può essere anomalo un imprenditore amato dai suoi dipendenti come fosse un padre. Perché quando qualcuno di loro è venuto per chiedermi di lasciare uno spazio per ricordarlo, avevano le lacrime agli occhi ‘non ci ha mai trattati come dipendenti, ma tutti come suoi figli’. Ecco, questa frase vale tutto. Vale più di tutto. Che imprenditori così si trovano come un ago nel pagliaio. O forse come una stella cometa. Da seguire. Già, che ti porta lontano, che ti porta al sicuro. Che ti porta ovunque. Farsi da soli, arrivare da soli ma trascinando il gruppo con sé, quel gruppo che si fa squadra e che diventa famiglia. Perché insieme si arriva dappertutto, insieme si può tutto. Ci si chiede qual è la differenza tra un leader e un capo: il leader guida, il capo dirige. Mario era un leader. Lo è ancora. Il miglior esempio di guida è la guida condotta tramite l’esempio….

SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 19 MARZO

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